6 thoughts on “Non chiamarmi Junior –  S4E25”

  1. In merito alla questione del nome Milano ricorderei al ministro che se non ricordo male lo stesso marchio Alfa è l’acronimo di Anonima LOMBARDA Fabbrica Automobili
    Complimenti per la trasmissione.

  2. Vi ascolto da anni e mi decido ad commento, non condividendo appieno l’impostazione generale della puntata. Siamo d’accordo che il ministero si muove in modo molto goffo senza realmente raggiungere lo scopo. Ma il punto sottostante è tecnico. Un veicolo che è costruito su pianale e-Cmp PSA che è lo stesso di Fiat 600, Jeep Avenger, Peugeot 2008, Opel Mokka, Lancia Y muta radicalmente la vocazione, la storia, lo spirito di Alfa Romeo. In questo senso si pensa di comprare una cosa e se ne compra invece un’altra. E questo io non lo chiamo rilancio di Alfa Romeo. Lo chiamo effetto collaterale di una colonizzazione in atto, sui pianali e sulla componentistica. Cosa devo pensare delle pastiglie di ricambio dei freni di un Giulia costruita a Cassino orgogliosamente Made in France? Il liberismo economico è bellissimo se giochiamo tutti la stessa partita. Ma a me pare che la partita sia truccata: avete mai provato ad arrivare in un aeroporto francese e a valutare quanti veicoli “nostrani” e quanti esteri costituiscono le flotte? Avete mai osservato le flotte di veicoli pubblici (polizia, vigili del fuoco, trasporti pubblici, auto di servizio) in Francia oppure in Germania ? Ma è veramente il libero mercato all’opera in tutte queste scelte? Impossibile. E qui ritorniamo al Governo. In Stellantis BPIFrance (equivalente della nostra CDP) ha il 6.5% in Renault lo Stato Francese ha il 15%, in VW la Bassa Sassonia ha l’11%. A me sembra che parlare di libero mercato in un contesto del genere non colga la visione d’insieme e la strategia che i nostri partner europei hanno evidentemente in atto. E non capisco perché politiche di intervento ed indirizzo che critichiamo se fatta dalla Cina debbano essere invece essere accette entusiasticamente in nome del libero mercato se fatta da Francia (in primis) o Germania in Europa.

  3. Significativo (e ironico) che il trio abbia citato la scarsa conoscenza dell’inglese in Italia qualche episodio addietro e poi in questo, sia il signor Oscar che il signor Renato pronunciano iron dome “alla italiana”.
    Non sono per niente contro l’uso dell’inglese ma almeno se decidete di usarlo, controllate prima la pronuncia corretta, visto che a quanto pare, non siete esperti

  4. Credo che l’effetto più significativo dell’intervento del ministro sarà il business degli autoadesivi “Milano” con font in stile Alfa Romeo da applicare aftersales alle prossime Junior. ….se conosco gli Alfisti, andrà così….

  5. Cari Oscar, Carlo Alberto e Renato, è più di due anni ormai che mi nutro delle vostre riflessione sul podcast: grazie per il vostro prezioso lavoro!
    Tuttavia, quando parlate di Israele e Palestina mi sembra che presentiate gli avvenimenti in maniera parziale: in questo episodio non avete nemmeno menzionato che l’attacco iraniano con i droni sia stato una risposta al bombardamento dell’ambasciata iraniana a Damasco da parte di Israele il 1 Aprile (morte di una guardia rivoluzionaria “senior” insieme ad altri 6 ufficiali iraniani). E l’Iran stesso ha dichiarato che l’attacco con i droni non ha avuto alcuno scopo di estendere la guerra in corso, ma di dimostrare la propria capacità di difendersi.
    Inoltre, fate benissimo a ricordare spesso il barbarico attentato del 7 ottobre 2023, ma mi piacerebbe che con la stessa enfasi sottolineiate le 30+ mila vittime civili dell’assedio di Gaza, le altre decine (centinaia?) vittime in Cisgiordania da parte di coloni (a cui gli US stessi hanno iniziato ad imporre sanzioni).
    A me piacerebbe che affrontiate la delicata questione senza omettere tutti gli aspetti rilevanti.
    Grazie

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