5 thoughts on “L’extra buco del superbonus  – S3E77”

  1. Vi ricordavo ai tempi dei conti della belva e , colpevolmente, vi ho riscoperti da poco con questo podcast. Grazie per la precisione e l’assenza di demagogia e idee preconcette nelle vostre esposizioni.
    Un commento sul superbonus: non credete che, oltre a tutto quello gia’ detto, una delle intenzione non dette della classe politica era quella di cercare di far conservare agli italiani una parte del loro sbilanciato valore immobiliare sapendo che nei prossi anni tale valore sara’ inevitabilmente eroso dal innovazione green e tecnologica e tutti i fresconi che negli anni passati hanno investito nel ‘sicuro valore del mattone’ si ritroveranno impoveriti incolpandone il governo. Insomma il solito intervento del governo a debito e mal fatto del governo per dare un contentino al suo elettorato.
    Altrimenti non mi spiego la stupidita’ e l’assimetria di una tale misura

    1. Io non sono nessuno… ma visto che non gli hanno risposto loro provo a darle la mia risposta al suo suggerimento…. Se non sbaglio con la schifezza che è stata fatta (sotto tutti gli aspetti) e con una spesa enormemente superiore a quanto probabilmente preventivato, sono state “sistemate” circa il 3% delle abitazioni italiane… quelle di chi si è mosso per primo,, è stato più scaltro o magari aveva le risorse per accelerare i lavori… Secondo lei lo stato con il terzo debito globale, con la spesa pensionistica (e quindi parassitaria) tra le più elevate tra le economie sviluppate, con la decrescita demografica tra le peggiori in Europa, e con i tassi di laureati tra i più bassi aveva la necessità di fare un regalo assurdo (110% o facciate delle case) ai suoi cittadini che hanno in media una ricchezza patrimoniale consistente? Lo Stato con debiti per quasi 3000 miliardi deve regalare un ulteriore 5% di debito sul pil ai suoi cittadini che hanno un patrimonio superiore ai 10.000 miliardi? A me sembra ancora più assurdo… Per quanto la stupidità ed asimmetria di tale misura si spiega purtroppo con l’attenzione, in generale, del popolo italico che ha accettato le Babypensioni e le pensioni di invalidità a pioggia. Quota 100 e reddito di cittadinanza con verifiche ridicole, evasioni fiscali generalizzate, Stop al nucleare, alle trivellazioni, ai termovalorizzatori e nimby vari, Lobby tassisti, balneari e farmacisti o degli ordini professionali. Salvataggi di Alitalia, Fiat di Ternini Imerese e questo solo per fare alcuni esempi. Ed invece di non votare qui i cialtroni che si sono susseguiti e cospargerli di pece li ha votati e continua a votarli…. Sperando magari di essere tra i futuri beneficiari…

  2. Un’osservazione a proposito del ragionamento sugli stupri.
    Il 28 ottobre 2022 “Ronzinante” scriveva su Twitter, commentando una dichiarazione della Meloni, che “Spacciare paura è talvolta peggio che spacciare droga. Ma è merce per elettori”, e sosteneva che non esiste alcuna emergenza devianze, citando a supporto della tesi anche il dato sui “Reati segnalati -12,6%”. Sembrerebbe quindi di capire, seguendo il ragionamento, che se diminuiscono i reati segnalati si possa dedurre che il Paese è più sicuro. Tuttavia, quando si parla di stupri, se in Italia e Grecia risultano essercene meno che in Svezia o Austria, la conclusione è che ciò dipenda dalla minore propensione delle donne alla denuncia, a sua volta segno di arretratezza culturale.
    Ora, mi chiedo: non vi sembrano due pesi e due misure? Perché, se diminuiscono i furti segnalati, non possiamo concludere che la gente è talmente sfiduciata da non provare nemmeno più a denunciare?

  3. Ho sentito nel podcast un piccolo accenno di del Prof. Carnevale Maffè, alla precisazione che andrebbe fatta tra potenza fotovoltaica installata e prodotta; mi pare di capire che ci siano delle considerazioni da fare a riguardo. Ammetto la mia ignoranza sui dati di questo argomento ma vorrei capire se c’è una inefficienza da analizzare anche nell’installazione di questi sistemi.

    1. Ci sono due fattori diciamo “principali”
      Intanto il tempo… e la irradiazione
      Poi la resa che in base alla temperatura che raggiungono i pannelli è diversa, e poi il decadimento della resa negli anni.
      Quindi non si produce quasi mai continuativamente la potena installata

      Renato

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