4 thoughts on “Il “bilancino” del centro destra  – S3E75”

  1. Devo correggere Renato Ciffarelli. Tajani ha detto che occorre fare una spending review intelligente, non come quella che fece Cottarelli.

    Lascio a voi ulteriori considerazioni, anche se basterebbe “Ah, ma è Tajani”.

  2. Questa estate, avendo più tempo libero, mi sono letto un libro: “Quintino Sella Ministro delle Finanze” scritto da Fernando Salsano ed edito da Il Mulino. Ebbene, al di là della figura altissima di Sella e largamente fraintesa, ne è emerso un panorama desolante della politica del tempo. Il Regno d’Italia era alle prese con un debito pubblico enorme, problemi di credibilità sui mercati internazionali per via delle politiche di bilancio “non ortodosse” conseguenti tassi di interesse altissimi sul debito pubblico, con problemi di produttività stagnante, con evasione agli obblighi fiscali diffusissima, ed una popolazione largamente analfabeta eppure non mancavano proposte parlamentari irresponsabili con previsioni di spesa impossibili e prive di copertura o invenzioni di sistemi impositivi inefficienti e distorsivi (a vantaggio di alcuni), difese di interessi particolaristici a scapito degli interessi del paese (vedi in particolare vicenda costituzione Banca D’Italia). Governi in carica pochi anni (a volte mesi) e così via… Pareva di leggere le cronache di un giornale di ieri e non il racconto documentato dei fatti di 150 anni prima. Questo paese se vuole mantere il suo livello di benessere deve guardarsi profondamente dentro perchè le cattive pratiche di governo hanno una storia molto lunga alle spalle…

  3. Buonasera,
    Ho ascoltato questa puntata e negli ultimi 10 minuti ho sentito una serie di inesattezze:
    Si parla del mondo militare, delle forze armate, di personale e di tutta una serie di numeri e percentuali che potrebbero generare riflessioni più adeguate a mio parere. Nell’ordine:
    “Su 162000 effettivi, 54000 sono volontari in servizio permanente. Se sommiamo sergenti marescialli e ufficiali arriviamo a 81000 persone” ( risata del narratore, cosa ci sarà mai da ridere!). Non spiega perché questo rapporto non é funzionale e sbaglia quando considera sergenti, marescialli e tutti gli ufficiali alla stregua dei dirigenti.
    “La componente operativa è fatta da 70/80000 persone”. Giannino afferma di stimare per eccesso questo valore che riguarda l’impiego di personale presso i teatri operativi. In realtà si può parlare a giusta ragione di un altro ordine di grandezza (non di una stima per eccesso), ragionando, ovviamente, al ribasso.
    Si parla poi del “numero eccessivo dei marescialli” (altra risatina, mah!).
    I marescialli, dice Giannino, sono quelli non operativi. Dove l’ha letto, chi glielo ha detto non lo specifica e questo non è assolutamente vero. I marescialli e i luogotenenti sono ancora la componente più importante delle missioni operative per formazione, esperienza e addestramento.
    Più avanti si ripete che siamo “pieni di marescialli”. Non si specifica che questi marescialli hanno regolarmente vinto un concorso e nella maggior parte dei casi servono fedelmente, con dignità e non pochi sacrifici questo Stato, senza scrivere libri o esprimere opinioni quanto meno discutibili, così come accade in questi giorni da parte di ben altre cariche del mondo militare. Cosa fare? Se ne riduce il numero introducendo sergenti e personale di truppa che fa (meglio… farà, in futuro) lo stesso identico lavoro con uno stipendio più ridotto. Il dibattito pubblico, dice poi Giannino, parla delle cifre senza “vedere dentro”. Beh, a me pare che in questo caso anche voi inciampate nella stessa dinamica che denunciate. Continuo a seguirvi. Cordialità.

  4. Buonasera,
    Ho ascoltato questa puntata e negli ultimi 10 minuti ho sentito una serie di inesattezze:
    Si parla del mondo militare, delle forze armate, di personale e di tutta una serie di numeri e percentuali che potrebbero generare riflessioni più adeguate a mio parere. Nell’ordine:
    “Su 162000 effettivi, 54000 sono volontari in servizio permanente. Se sommiamo sergenti marescialli e ufficiali arriviamo a 81000 persone” ( risata del narratore, cosa ci sarà mai da ridere!). Non spiega perché questo rapporto non é funzionale e sbaglia quando considera sergenti, marescialli e tutti gli ufficiali alla stregua dei dirigenti.
    “La componente operativa è fatta da 70/80000 persone”. Giannino afferma di stimare per eccesso questo valore che riguarda l’impiego di personale presso i teatri operativi. In realtà si può parlare a giusta ragione di un altro ordine di grandezza (non di una stima per eccesso), ragionando, ovviamente, al ribasso.
    Si parla poi del “numero eccessivo dei marescialli” (altra risatina, mah!).
    I marescialli, dice Giannino, sono quelli non operativi. Dove l’ha letto, chi glielo ha detto non lo specifica e questo non è assolutamente vero. I marescialli e i luogotenenti sono ancora la componente più importante delle missioni operative per formazione, esperienza e addestramento.
    Più avanti si ripete che siamo “pieni di marescialli”. Non si specifica che questi marescialli hanno regolarmente vinto un concorso e nella maggior parte dei casi servono fedelmente, con dignità e non pochi sacrifici questo Stato, senza scrivere libri o esprimere opinioni quanto meno discutibili, così come accade in questi giorni da parte di ben altre cariche del mondo militare. Cosa fare? Se ne riduce il numero introducendo sergenti e personale di truppa che fa (meglio… farà, in futuro) lo stesso identico lavoro con uno stipendio più ridotto. Il dibattito pubblico, dice poi Giannino, parla delle cifre senza “vedere dentro”. Beh, a me pare che in questo caso anche voi rischiate di inciampare nella stessa dinamica che denunciate. Continuo a seguirvi. Cordialità.

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