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Buongiorno ragazzi, sono un laureando in astrofisica in sapienza ed ho molto a cuore il tema didattico che avete affrontato, non vorrei come aspirazione insegnare in Italia però comunque ho una piccola esperienza prima da sicuramente da studente e successivamente da ”””docente”””’ nelle ripetizioni a 2 ragazzi anche con ottimi risultati.
Vi scrivo perchè vorrei consigliarvi di vedere la nuova riforma riguardo al mondo dell’insegnamento per i laureati S.T.E.A.M, qui il problema per me è all’interno dell’ istruzione italiana. Non solo per il grado di preparazione nei professori nelle materie non S.T.E.A.M richiesto per insegnare (voi portavate l’esempio della lingua inglese), ma per la preparazione invece richiesta a seguito di questa riforma ai professori di matematica e fisica.
Verrà richiesto biennio+ magistrale + 30 CFU di corsi didattici, che a seguito di un tale percorso formativo in una facoltà come fisica o matematica sicuramente non ti fanno privilegiare come scelta lavorativa l’insegnamento liceale in Italia.
Sostanzialmente si richiedono delle persone ultra preparate (ad esempio esami come teoria dei campi in magistrale) per insegnare il quadrato di un binomio in 2 liceo, come già faccio in separata sede anche con ottimi risultati.
Vi porto questa testimonianza non tanto perchè ho l’aspirazione di insegnare nella gloriosa scuola italica ne tantomeno lavorarci in Italia, però conosco molti coetanei che pur di finanziarsi la magistrale e magari iniziare a lavorare post triennale insegnerebbero volentieri aggiungendo chiaramente dei corsi formativi di didattica.
Volevo sapere cosa ne pensavate di questa legge e quale può essere per voi una soluzione riguardo la carenza di professori di matematica e fisica al liceo .Scusate la poca sintesi e grazie per il vostro fantastico podcast.
Esempio concreto:
Mia nipote frequenta una prima elementare in una scuola di Marghera (Ve), il 50% figli di immigrati gran parte di prima generazione, gran parte di origine bengalesi (vedi cantieri Fincantieri).
Vi garantisco che attuare il programma ministeriale è un’impresa.
Considerate il bambino che parla un misto di bengalese, italiano con prevalenza dialetto veneto, con genitori, dal punto di vista di rapporti sociali praticamente assenti.
Tra l’inverno demografico e l’impoverimento culturale, non so come andrà a finire.
Valditara ha impostato male un problema che è enorme.
Nella puntata del 12 marzo scorso è stata data la notizia per cui “tutti i portavoce di IDF si sono tutti congiuntamente dimessi perché rifiutano di identificarsi in ciò che il governo Netanyahu impone alle forze armate”.
A parte che detta così appare una clamorosa puttanata nel contesto di una democrazia indiscutibile, incontestabile come quella israeliana, per cui esponenti delle forze armate si permetterebbero di tradire il loro mandato in modo così plateale, sembra che la notizia sia stata smentita:
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/03/04/lidf-smentisce-le-notizie-delle-dimissioni-del-portavoce-hagari_5b168a5d-6a62-410c-921e-76f22fe4df69.html
Con tanto di emittente portavoce dei terroristi mafiosi assassini di Hamas che smentisce la notizia, a quanto pare.
A meno di prove che confermino tali dimissioni, pare necessaria una rettifica.
Osservazione a margine. La critica nei confronti di Israele è ovviamente legittima ed anzi indispensabile. Ma se alla base di tale critica non c’è una PERFETTA conoscenza della storia e dell’attualità politica di quella realtà, ovvero ci si esprime sulla base di pregiudizi, non va bene.
La vicenda del popolo ebraico e quindi di Israele è una vicenda unica, drammatica ogni oltre misura, che richiede prudenza. E c’è poco da fare: ogni pregiudizio nei suoi confronti si traduce in una sola parola. Antisemitismo.