3 thoughts on “Le auto elettriche non si vendono – S4E69”

  1. Mi spiace che non abbiate colto un elemento fondamentale per i concessionari. Con le auto elettriche la manutenzione è azzerata e così lo sono tutte le attività di manutenzione che generano grossi guadagni per i concessionari. 50€ all’ora che subiamo una volta all’anno non ci sono più. Questo si che li rovina

  2. Buongiorno,
    Anzitutto complimenti per il podcast, che seguo con grande interesse.
    Sono un ragazzo di 31 anni ex bocconiano, che ha deciso di tornare nella sua terra natale, Orvieto (Umbria).
    Ho ascoltato la puntata e non posso che condividere le vostre riflessioni (e preoccupazioni) sul mercato dell’auto elettrica.
    Perché vi scrivo? Per dare anche la visione di un giovane (mi definisco ancora così) che, suppongo contrariamente a Clara, vive nelle cosiddette “aree interne”.
    E’ vero quanto riportato: il segmento più giovane della popolazione si è disamorato dell’auto, ho amici rimasti nelle grandi aree metropolitane che decidono razionalmente di non acquistarne una per vari motivi: costo, parcheggio ed efficienza dei servizi di trasporto (“Se la mia vita ruota attorno ad una città ben servita dai mezzi, che la prendo a fare?”; “se per spostarmi con la macchina finisco ad impiegare di più che non utilizzando la metro, che la tengo a fare? Quando mi serve al massimo la noleggio!” Queste le riflessioni più comuni). Di contro nelle aree come la mia, scarsamente abitata e servita da trasporti comunque efficienti ma chiaramente non così capillari, l’auto serve eccome. Quindi, malgrado questo “disamoramento”, i giovani sono costretti a tenerne una. Ma di che tipo? Di certo non l’elettrico. Perché? Per diverse ragioni: per le caratteristiche del territorio (collinare e dunque poco consono ad un’auto con un’autonomia limitata), per l’incertezza attuale (la svalutazione dell’usato, il riciclo delle batterie, i piani per le ricariche domestiche) ma soprattutto per l’assenza di colonnine elettriche! Anche se fosse considerabile una buona scelta, comprereste un’auto elettrica sapendo che non ci sono aree di ricarica sufficienti?
    Nel nostro comune ce ne sono solamente 3 credo e stiamo parlando di una superficie di 281km2: di queste 3 una è al centro, per carità utilissima per chi vi abita ma sicuramente poco sfruttata considerando che la maggioranza della popolazione è a valle della rupe di Orvieto (non a caso la colonnina è utilizzata quasi esclusivamente dai turisti).
    Morale della favola: questa scelta quasi scellerata di raggiungere a tutti i costi degli obiettivi di emissioni penalizza non solo le case automobilistiche o le concessionarie ma anche chi, come noi residenti di aree poco urbanizzate, è costretto per forza di cose ad utilizzare l’auto per gli spostamenti essenziali.
    E in ultimo: esistono incentivi anche per creare delle colonnine di ricarica in azienda, non a caso per un istante ho valutato di acquistare un’auto elettrica per risparmiare sugli spostamenti quotidiani casa-lavoro. Poi ho dato un’occhiata ai prezzi delle nuove auto: quelli delle case europee sono totalmente fuori logica, si paga un’utilitaria quanto una berlina. E’ una scelta nuovamente antieconomica.
    Credo che mai come in questo caso sia evidente quanto uno Stato (o un’Unione di Stati) possa incidere, positivamente o negativamente, su un tessuto industriale e su tutto il sistema. Sono un europeista convinto ma purtroppo devo constatare che in questa situazione è stato veramente fatto un disastro, intervenire forzando i tempi e costringendo di fatto i costruttori automobilistici europei a sviluppare una tecnologia non accettata ma di fatto quasi “imposta” ai consumatori sta via via distruggendo uno dei più grandi comparti industriali tradizionali. Diverso sarebbe stato, a mio giudizio, se, come in tanti altri settori, si fosse auspicato alla generazione di un “campione” europeo in grado di sviluppare una tecnologia “abbordabile” economicamente e competitiva con i player cinesi, oggi inarrivabili (e anche questo è un tema importante: c’è un divario tecnologico abnorme attualmente, loro padroneggiano questo nuovo standard tecnologico e sviluppano economie di scala sufficienti ad avere prezzi più competitivi).
    Temo che questo sia la dimostrazione più chiara della deriva di questo continente, destinato a divenire solo un “mercato” per altri e nulla più…
    Cordiali saluti e di nuovo complimenti
    Edoardo

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