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Buongiorno ragazzi! Posso chiedere, in particolare a Giannino che ha vissuto quei momenti, dei consigli bibliografici sulla rosa dei venti e sul SIFAR?
Da buon 27enne vorrei capire un po’ meglio la storia di quegli anni, ancora poco trattata a livello di educazione scolastica.
Grazie e buona giornata!
Sontuoso Oscar nell’affermare il principio che se un’azienda deve stare “in piedi” lo deve fare senza scorciatoie (es. salari ridicoli, evasione etc..) e corregge cosi Renato che non aveva avuto uscite troppo felici (es. costi della logistica ed effetti sulla catena commerciale).
un abbraccio e continuate così….
Essendo appassionato di Springsteen c’e un vecchia canzone “the price you pay”
Lungi da me giustificare lo schiavismo moderno (l’ho condannato innumerevoli volte in molte situazioni) il concetto è che deve essere chiaro che c’è un prezzo da pagare, e mentre la maggioranza è giustamente per salari decenti non sono così sicuro abbia consapevolezza di ciò
Poi avevo capito già in registrazione di essermi espresso in modo fraintendibile e bene ha fatto Oscar a correggermi
Caro Oscar a parte tutti i bei discorsi mia figlia 37 anni lavora presso una cooperativa per 38 ore settimanali e lo stipendio netto mensile e di euro 1050. Le cooperative prendono gli appalti al ribasso che poi fanno pagare al lavoratori. E vive grazie al mio aiuto di padre pensionato. Qui non si tratta di 9 euro all’ora ma dare dignità al lavoro. E ti posso assicurare che quasi tutti i giovani che lavorano nei servizi non prendono tanto più di quella cifra.
Ho anche io figlie giovani, conosco bene il problema.
Probabilmente però Antonio, se posso permettermi, non ha ascoltato bene quello che abbiamo detto nella puntata.
Renato
Caro Oscar, sono sicuro che tu ti sia letto il libro di Vannacci. Ho intenzione di farlo anch’io. Spero di sbagliarmi, ma credo che, invece, Carlo Alberto, di cui ho profonda stima come tutti i vostri ascoltatori, non l’abbia fatto, perché si è fatto già a priori un suo giudizio.
Complimenti per la disamina delle implicazioni sul costo del lavoro minimo. Ascolto con attenzione il vostro podcast che mi fornisce prospettive e chiavi di lettura su cose di cui non mi occupo, perché per lavoro e per passione sono troppo immerso in scienza e tecnologia e non ho troppo tempo, purtroppo, per occuparmi di economia e politica, pur sapendo che se “non lo faccio, l’conomia e la politica si occuperanno di me”. Voi siete l’antitodo per questo malanno 🙂 Un plauso alle considerazioni pratiche di Renato sulle implicazioni dell’imposizione del lavoro minimo, che, come al solito, riporta l’iperuranio su questa povera terra.
Grazie per le informazioni sul generale (minuscolo voluto).
Potreste approfondire ulteriormente quello che è accaduto in quegli anni?
Personalmente pubblicizzerò il più possibile questa puntata dal min. 39:20 in particolare, ma… difficilmente troverò persone interessate: qualcosa è andato storto! 🙁