10 thoughts on “Inflazione caina, armi all’Ucraina – S3E30

  1. Sono perfettamente d’accordo con voi sulla prudenza o ignoranza finanziaria degli italiani in genere, ma nel 2022 chi ha lasciato i risparmi sui conti correnti ha perso a livello di inflazione ma almeno ha mantenuto il valore nominale.. chi più lungimirante o evoluto aveva investimenti azionari o obbligazionari, immobiliari o anche in crypto ha subito in maniera preponderante perdite significative non solo a livello reale ma anche nominale che quindi si sono sommate all’inflazione… Ed a questo punto almeno nel 2022 suppongo che italiani e la loro ignoranza finanziaria li abbia tutelati più di altri…

    1. Teoricamente però la “perdita” su investimenti è rispetto (si spera) a un guadagno teorico.
      Se io ho comperato una azione a 100 euro nel 2020, a fine 2021 valeva 130 euro e a fine 2022 valeva 115 Euro sono (circa) in pari con l’inflazione
      Se avevo 100 euro nel 2020 sul conto ho 100 euro sul conto che hanno potere d’acquisto ridotto per l’inflazione.

      Certo se sono entrato nel momento sbagliato e avevo gli investimenti già in perdita comunque vada avevo fatto scelte rivelatesi errate

      [renato]

      1. Gentile Renato,,, certo dipende quando uno ha investito e dove lo ha fatto ma era solo per portare un po di pensiero critico su quanto affermato come esempio da CACM che mi è sembrato alquanto semplcistico

  2. Giannino, buongiorno lei afferma “Una tragedia… La decisione adottata dal governo Orban di “liberarsi” di 1200 ufficiali completamente integrati nella Nato e quelli che sono nelle unità militari ucraine che partecipano alle operazioni interarma dei contingenti militare Nato…” già qui forse solo un “lapsus” o forse lei sa qualcosa che noi non conosciamo… cosa c’entrano le unità militari ucraine con la Nato, almeno ufficialmente? Anche sui numeri 1.200 è sicuro? Io ho letto su diverse testate 170… d’altra parte esercito ungherese è di meno di 30.000 uomini e quindi mi sembrerebbe molto improbabile il numero da lei sostenuto…
    Direi che però il fatto che più mi lascia perplesso è questa sua valutazione “è una decisione assunta con l’idea che gli ufficiali ungheresi devono obbedire non alla Nato ma all’Ungheria” Ma lei è davvero convinto di questo? Secondo lei sarebbe corretto, “democratico” o “liberale” che i militari di una nazione, cittadini di quella nazione, formati e pagati da quella nazione, la cui missione dovrebbe essere proteggere i cittadini di quella nazione in caso di differenze di vedute tra quella nazione e la Nato dovrebbero obbedire alla Nato? A me sembrerebbe un’assurdità.

    Sempre leggendo sui giornali si dice che questa potenziale epurazione, denunciata da un politico dell’opposizione a Orban, sia stata possibile grazie ad una nuova legge che permette ai militari di andare in pensione dopo i 45 anni con almeno 25 anni di servizio (prima la pensione arrivava a 50 anni)… Quindi una legge non proprio molto rivoluzionaria, se non per l’effetto sulle prestazioni pensionistiche… Suppongo quindi che comunque tantissimi militari pro Nato più giovani rimangano nell’esercito….anzi dovrebbero essere quelli cresciuti dopo l’abbandono del Patto di Varsavia,,,

    1. Carissimo ascoltatore, intanto come prima cosa grazie per l’ascolto che ci riserva. Quanto al punto che solleva sui militari ucraini e le misure di prepensionamento decise dal governo Orban:
      -Ungheria è parte della NATO con procedura che fu confermata da referendum popolare nell’autunno 1997 e subito divenne domanda d’ingresso formale accolta, operativamente da inizio 1999. In 24 anni il coinvolgimento ungherese nella NATO è stato graduale ma ha compiuto grandi passi in avanti, prima in training congiunto, poi in interoperabilità NATO dei sistemi e piattaforme di origine sovietica delle forze armate ungheresi, poi nella compartecipazione a esercitazioni via via più estese fino al dispositivo straordinario avviato da NATO post invasione russa in Ucraina con la creazione di 7 mini-joint- battlegroup terrestri attivati nei Paesi NATO baltici, Ungheria, Polonia, Romania e Bulgaria (acronimo EVA, Enhanced Vigilance Activity).
      -In Ungheria, man mano che la radicalizzazione anti UE e le critiche all’Occidente su Russia si sono accresciute da parte di Orban – le ricordo non solo la deroga rispetto a sanzioni UE ma che è arrivato a definire Ucraina come “terra di nessuno”- ha iniziato a manifestarsi anche un palpabile senso di fastidio verso la forte integrazione invece dei vertici militari “cresciuti” in 24 anni di piena e leale collaborazione con la NATO. E’ un fenomeno del tutto simile a quello che è sfociato a Praga nella vittoria alle elezioni presidenziali del ex generale Petr Pavel, ex capo del comitato politico militare UE e da sempre sostenitore di una difesa integrata della Cechia e con l’occidente, rispetto al filo putinismo del populista Babis e dei partitini filo russi che sono stati sconfitti alle urne.
      -Orban con le sue misure agisce per sradicare in anticipo un’analoga eventualità. Il prepensionamento degli ufficiali che hanno compiuto propria formazione e ottenuto gradi più elevati di comando nell’ultimo ventennio NATO esprime un messaggio preciso. Esattamente quel che esprime lei col suo dubbio, cioè che occorra prevenire una presunta obbedienza alla NATO “contrapposta” a quella dovuta al governo nazionale. Tale contrapposizione esiste solo nell’ipotesi di considerare NATO come un’alleanza di “sottoposti”, com’era il Patto di Varsavia verso URSS. Non di membri che vi hanno aderito liberamente – nel caso ungherese anche con referendum popolare – e che su tale base compartecipano alla definizione di finalità e strumenti operativi congiunti. Il prepensionamento degli ufficiali NON è una forma di prepensionamento “alla Salvini” per acquisire il voto dei militari. E’ un messaggio all’intero corpo ufficiali delle giovani generazioni a guardarsi bene dalla piena fiducia e lealtà verso NATO, se si vuol far carriera.

      Oscar

      1. Giannino grazie molte per la sua risposta, forse sono io lento o stupido ma non mi sembra mi abbia risposto nel merito alle mie domande, cerco di essere schematico per essere magari più chiaro:
        A lei afferma “liberarsi” di 1200 ufficiali completamente integrati nella Nato e quelli che sono nelle unità militari UCRAINE che partecipano alle operazioni interarma dei contingenti militare Nato…” UCRAINE? E’ un lapsus prodotto dalla sua foga o lei sa cose ufficiose che noi non sappiamo?

        B Lei parla di 1200 ufficiali ma io ho letto sempre e solo cifre differenti (170 o comunque meno di 200)

        C Come il suo solito, ci da molti dettagli ed approfondimenti ma a mio avviso non ha risposto nello specifico. Ritorno alla sua affermazione iniziale “è una decisione assunta con l’idea che gli ufficiali ungheresi devono obbedire non alla Nato ma all’Ungheria”. Cosa si deve intendere per governo democratico? Orban è stato eletto (dopo i primi 4 anni 1998/2002) ininterrottamente dal 2010 con maggioranze molto solide. Ha vinto 4 elezioni, le ultime, pochi mesi fa, con oltre il 53% dei voti, quindi liberale o meno, è sicuramente stato democraticamente eletto dai suoi connazionali che ben conoscono le sue idee e politiche. Non possiamo dire altrettanto in altri paesi (considerando idee dei cittadini e politiche dei governi) come Italia dove i cambi di governo sono stati notevoli e repentini o la Germania dove verdi al governo, partito molto pacifista, hanno espresso ministri che dal 2022 sono diventati tra i più grandi fautori dell’aiuto in Ucraina e quindi dell’interventismo. Il fatto che adesione alla Nato sia stato votato con referendum, oltretutto negli anni ’90, prima che Nato si dimostrasse molto attiva con interventi in forma integrale o di alcuni dei suoi maggiori componenti in Kosovo, Afghanistan, Iraq e Libia… non penso sia completamente vincolante per una nazione che spero abbia la libertà di scegliere dove e come partecipare, soprattutto nel momento in cui l’attacco dall’esterno non venga contro un suo membro e quindi invocando art 5. Lei nella sua risposta afferma “che occorra prevenire una presunta obbedienza alla NATO “contrapposta” a quella dovuta al governo nazionale”. La prego di rispondermi, ritiene che governo Orban sia stato democraticamente eletto? In caso di differenza di vedute tra governo “legalmente eletto” e vertici militari nella definizione delle politiche di un paese chi dovrebbe prevalere? Il governo od i vertici militari? Anche se i vertici stessi fossero indirizzati da una potenza o entità straniera che non è stata eletta nella e dalla nazione in questione? Non conosco la costituzione ungherese ma suppongo che non possa prevedere che il governo democraticamente eletto possa/debba soggiacere ad altri poteri magari oltretutto stranieri e non troppo in linea con interesse nazionale. Si ammetto che effettivamente quello che esprimo è che occorra se nel caso “prevenire una presunta obbedienza alla NATO se “contrapposta” a quella dovuta al governo nazionale” Lei invece sembra pensarla in maniera diversa o sbaglio? E se non sbaglio mi potrebbe dire su quali basi ? Non mi sembra che la Nato o alcuni dei suoi maggiori appartenenti negli ultimi 20 anni abbiano dimostrato di essere particolarmente “interessati” alla solo libertà, democrazia o legalità internazionale.
        Cordialmente
        Gianni

        1. ma no, è un puro lapsus sciocco da parte mia che non ho riletto, si parlava di Ungheria e dei prepensionamento di ufficiali ungheresi…. il numero 1700 è stimato su quelli teoricamente interessati, dal ’98 Ungheria partecipa e beneficia di attività congiunte NATO e questa è la cornice in cui si sono formati molti ufficiali superiori: il punto non è il “governo legale” di Orban che tanto le sta a cuore, il gioco di Orban è evidente da anni, stare in UE per avere i fondi e far finta di non vedere le richieste UE, restare nella NATo ma dire che Ucraina è “terra di nessuno”…e il messaggio implicito dei prepensionamenti a ufficiali va nella stessa direzione.
          og

          1. Oscar Giannino, grazie ancora per le risposte. Quindi per fortuna, almeno per il momento, il suo era “solo” un lapsus fruediano, … anche 1200 (anche se lei qui, adesso, scrive 1700) sono solo stime sul teorico.. quindi magari non reali, un’iperbole… ma comunque non penso si riferiscano comunque a soli ufficiali e di alto grado, viste le dimensioni dell’esercito ungherese. Suppongo, peraltro, che anche gli ufficiali ungheresi più giovani siano comunque abbastanza integrati nella Nato.
            Sinceramente il governo di Orban non mi sta molto a cuore come neppure quello per molto versi simile, polacco, fratello gemello, ma “politicamente corretto” considerando che sta con Ucraina e per cui EU ha diminuito moltissimo le critiche e contrapposizioni, almeno a livello mediatico sui gravi attacchi allo stato di diritto ed altri valori della EU… vedremo anche cosa faranno in Cechia dove il generale appena eletto presidente era cresciuto nelle file del partito comunista e dei suoi servizi segreti.

            Quello che mi sta invece a cuore è una certa obiettività ed onestà intellettuale.

            Non mi sembra però di aver avuto conferma da parte sua se un governo democraticamente eletto possa eventualmente decidere di avere indirizzo e controllo totale sulle forze armate del suo paese o se debba invece lasciarle sottostare ad un’organizzazione terza, comunque fortemente condizionata da uno stato estero (US) Se così fosse ad esempio cosa sarebbe successo ai militari francesi o tedeschi durante invasione dell’Iraq a cui i loro governi non hanno voluto partecipare? Che come tutti ormai concordano è stata fatta sulla base di menzogne, senza l’approvazione dell’ONU, con basi legali a dir poco fragilissime e con motivazioni che potrebbero essere non molto nobili… https://www.reuters.com/article/uk-greenspan-idUKN1728646120070917
            E per un crimine del genere nessuno mi sembra sia stato sanzionato o portato in tribunale…

  3. Per CACM sicuramente esercito Ucraino è attualmente uno dei più forti al mondo… ma quanti soldati potrà contare alla fine della guerra? Adesso ha enormi risorse grazie alle enormi donazioni Nato e paesi alleati, ma viene “macinato” da quello russo (con enormi perdite da entrambi le parti) cosa rimarrà in termini di uomini e mezzi? E dove troverà i soldi per mantenerlo alla fine del conflitto? Non stiamo parlando di infrastrutture che si auto mantengono e creano ricchezza ma solo di sistemi/attrezzature che in tempi di pace consumano e non creano ricchezza…

  4. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina ed i suoi sviluppi forse fareste meglio a considerare i possibili accadimenti futuri più o meno potenziali. Mi sembra i vostri ragionamenti siano molto sull’immediato e spesso dettati dalla propaganda (di Kiev o di ISW) o vostri desiderata e non dalla realtà… Per analisi belliche vi consiglierei Mirko Campochiari di Parabellum che pur essendo pro Ucraina da resoconti ed analisi obiettive e che fino ad ora si sono rivelati quasi sempre molto azzeccati, oltrettutto molto pacato e con toni meno saccenti ed autocompiacenti di Giannino, e lui indica sempre le fonti… Un altro spunto interessante mi sembra questa analisi di Lucio Caracciolo https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-39-invio-armi-all-39-ucraina-non-bastera-piu-340087.htm

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