11 thoughts on “Energia e mattone tra sacro e profano – S3E28

  1. Carissimi, sono un amministratore di condominio e ho trovato molto interessante la vostra efficienza energetica. Un aspetto che non avete evidenziato a sufficienza perché meriterebbe attenzione è la norma la distribuzione delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni degli immobili: oggi infatti, lasciando perdere il bonus facciate che consentiva un recupero fiscale elevatissimo anche a fronte di nessuna opera di efficientamento energetico, le detrazioni vedono uno scarto di appena il 15% tra una ristrutturazione ed una volta la detrazione base per le ristrutturazioni sarebbe il 36%, ma sono circa vent’anni che viene prorogata al 50. Una cooperazione politica intelligente vorrebbe che la detrazione venisse riportata per le ristrutturazioni che non prevedono efficientamento energetico al 36% alzando invece dal 65 al 70% quelli che vedono l’intervento efficiente. In questo modo nelle maledette assemblee di condominio anche questi ad eseguire gli interventi vedrebbero una netta convenienza dell’operazione di efficientamento rispetto al dare una semplice imbiancata alla facciata. Ti posso assicurare le resistenze alla posa dei cappotti termici specie nelle persone più anziane e meno istruite è sempre molto forte. L’unica cosa che smuove queste persone è il calcolo economico: se la detrazione per il lavoro classico è solo di poco meno conveniente rispetto a quella per l’efficientamento energetico questi soggetti, e sono sempre in numero tale da ostacolare le delibere, saranno continuamente spinti a privilegiare gli interventi vecchio stile a danno di tutti gli altri condomini.

  2. La prima mezz’ora sugli immobili è da far ascoltare tipo cura Ludovico di Arancia Meccanica a milioni di italiani, me compreso.
    Grazie sempre, ormai senza la voce rilassante di Renato non riesco a rilassarmi il weekend xD

  3. Chi dice che la casa è sacra ? Ma voi e figli abitate in una di queste belle strutture dove la proprietà viene a chiedervi tutto a posto ? Forse le ha lo stato la Chiesa qualche banca e sapete in mano a chi vanno. Anche un cretino da che conviene economicamente fare un mutuo che pagare un fitto in Italia. E parlo anche della Francia.

  4. E’ ridicolo far intendere che se gli immobili fossero di proprietà di società, i costi di efficientamento sarebbero a carico loro e stop … è ovvio che, in un modo o in un’altro e con gli eventuali interessi, i costi finiscono sempre per ricadrere sugli utenti finali, cioè gli affittuari.
    Stessa cosa dicasi per il noleggio auto che ripetete sempre; certo, forse può diminuire il numero di veicoli in stazionamento… forse… ma è certo che tutti i costi saranno a carico degli utenti e a tirar le somme dubito che per loro la spesa risulterà inferiore.
    Ovviamente soc. di nolo e aziende immobiliari ringraziano per la ‘fiducia’!

  5. In diverse circostanze, compresa questa puntata, avete criticato pesantemente il 110%. Condivisibile la critica sull’assenza di contrasto di interesse, ma il vostro è un attacco indiscriminato che si fonda sul fatto che il 110% non sia un provvedimento per efficienza energetica e che quello che serviva per gli edifici residenziali “non fosse il 110 ma le pompe di calore”. Ecco, trovo incredibile che con la vostra preparazione non sappiate che il 110 sia obbligatoriamente un provvedimento di efficientamento energetico (minimo due classi) ed eventualmente sismico. Il 110% prevede sostanzialmente quattro lavorazioni: cappotto, verticale e orizzontale (copertura e intradosso); pompa di calore; fotovoltaico con accumulo e infissi. Questi quattro interventi migliorano la passività energetica degli edifici ( involucro opaco e trasparente) e la produzione del plus energetico necessario spostandolo dal gas all’elettrico favorendo l’autoproduzione. Non fa onore alla vostra onestà intellettuale far finta di ignorare la realtà tecnica del provvedimento. Poi, se si vuole ragionare sull’opportunità dell’investimento statale, di un contributo così importante e di altri aspetti di carattere politico ed economico ok, ma sull’aspetto tecnico vi prego di essere precisi. Ps nel nostro caso specifico abbiamo progettato e stiamo lavorando per efficientare energicamente 426 fabbricati per un totale di 2466 unità abitative, il salto energetico minimo è di 4 classi, moltissime classi F e G passano in classe A.

  6. Concordo con il commento di Pierantonio Palluzzi che mi ha preceduto ; il prerequisito per poter accedere al superbonus 110% era (è?) che l’immobile ristrutturato faccia un ‘salto’ di almeno 2 classi energetiche. Probabilmente l’unica cosa positiva di questo provvedimento, come potete non esserne al corrente?

  7. La realtà non è fatta solo di numeri e statistiche. Le vostre sono come sempre ottime analisi ma nel caso degli immobili non avete tenuto conto:
    1. Mercato degli affitti scandaloso e da regolamentare non lasciare al libero arbitrio del nero e della rendita selvaggia,
    2. A fronte di affitti insostenibili è normale che i giovani valutino di comprare casa tramite mutuo e aiuti di Stato, perché spendono meno,

    Un bagno nella realtà e condizione quotidiana è indispensabile per offrire una visione e analisi completa.

    Comunque grazie sempre per quello che fate.
    Un amico ed ex collega del Cartesio di Vigevano,

  8. Sono rimasto perplesso anch’io sul fatto che il 110% (provvedimento esecrabile per la percentuale che non crea contrasto di interesse) passi come provvedimento che non ha agito sull’efficientamento energetico. Cercando fonti https://www.fondazionenazionalecommercialisti.it/node/1669, https://www.infobuild.it/wp-content/uploads/Report-Riqualificazione-Q1-2022.pdf mi pare che un impatto l’abbia avuto ma non so se l’ho capito bene. Un dato che mi ha impressionato è quanto era alto la percentuale di richiesta bonus facciate che credo abbia un ritorno in termini energetici bassi.

  9. In tema di efficientamento degli edifici, in generale nei dibattiti, viene data troppo per scontata la convenienza sia in termini economici che di miglioramenti ambientali. Sarebbe da verificare se il risparmio effettivo è nella realtà marginale o ha un impatto tale da valere lo sforzo. Ci vorrebbe il coraggio di approfondire sulla differenza tra calcoli (simulati) fatti per definire la classe energetica, e i consumi effettivi dopo gli interventi. Da consumatore un po’ attento, mi spiace constatare che tutto questo non è affatto scontato. Personalmente ho una certa resistenza a ristrutturare o a comprare un immobile nuovo di classe elevata. A conti fatti, per rientrare nell’investimento servono decenni, e troppi. Anche a livello ambientale, i ho dubbi che il problema energetico si risolva con questi risparmi. Viviamo in un mondo sempre più energivoro, i dati questo dicono, e ci stiamo svenando su cose marginali, invece di affrontare il tema alla radice: come produrre e trasformare energia a monte, evidentemente la combustione non basta più ed è dannosa.

  10. Per favore leggetevi i requisiti richiesti dal 110%: sono strettamente legati ad un aumento dell’efficienza energetica. Metà di quello che avete detto non ha quindi senso.

Rispondi a Emanuele Turco Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *