3 thoughts on “Meloni o melina? – S3E11

  1. I migranti che arrivano in Italia arrivano per la stessa ragione per cui gli italiani migravano altrove: nei loro Paersi c’è disoccupazione e così emigrano per trovare lavoro altrove.
    Se in Italia trovano lavoro, si integrano, se no rimangono ai margini e sono pure incavolati perchè la promessa di lavoro e di benessere non la trovano.
    Le politiche di integrazione si fanno con dare la dignità del lavoro. Ma siccome il lavoro non lo si può dare per decreto, senza metterci dei soldi , ha ragione il prefetto. Se per integrare ci vuole il lavoro, e il lavoro non c’è, allora, come dice il prefetto, bisogna fare assistenza e per fare assistenza ci vogliono i soldi di chi lavora e chi lavora è diposto a fare assistenza solo se ha prima servizi decenti commisurati a quello che versa in tasse. In conclusione, o il lavoro c’è e allora gli ex migranti si integrano, o il avoro non c’è e allora non si integrano loro malgrado e malgrado il resto della società. I sogni, il venite qua che vi accogliamo, e diventiamo grtandoi perché non siamo legati al passato ma vediamo il radioso futuro dell’avvenire sono tutte chiacchiere fumose e belle che si scontrano con la realtà dei fatti: erano disoccupati in Patria e restano disoccupati o con paghe da fame con le quali non campano e non possono farsi una famiglia.i

  2. Buon pomeriggio.
    Seguo da tempo il vostro podcast, che trovo puntuale e preciso nei dati riportati e sui quali costruite le puntate.
    Apprezzo la competenza del prof. CACM ed il buon senso pragmatico di Renato Cifarelli.
    Di Giannino parla la sua storia giornalistica, sofferta ma coerente.
    Solo un appunto per Oscar: contenga le sue interruzioni degli interventi dei due compari, perché anche loro meritano l’opportunità di esprimersi con ragionamenti articolati, che per loro natura necessitano di un giusto spazio espositivo ininterrotto.
    Cordialmente
    Massimo Ziletti

  3. Gentili Oscar Giannino, Carlo Alberto Carnevale Maffé e Renato Cifarelli,
    Vi seguo dai tempi di Radio24 e puntualmente ho seguito la vostra puntata “Meloni o melina?”, se posso da impiegato e, quindi, Bancomat dello stato buono solo a pagar le tasse, vorrei dire due parole sui Rave Party.
    Non ho fatto studi di diritto, per cui non entro nel merito di leggi già esistenti o meno.
    Sono consapevole che il problema rave Party non è una “minaccia nazionale”.
    Però la nazione è fatta non solo da minacce nazionali, ma dai problemi del singolo cittadino.
    Ora mi metto nei panni del proprietario di un capannone, di una casa, o qualunque cosa vogliate, anche in disuso è mi chiedo: che diritto abbia della gente di entrare in una proprietà privata per fare una Rave o semplicemente giocare a scacchi anche senza nessun danno alla struttura, cosa che immagino non avvenga nei Rave.
    Perché lo stato non dovrebbe intervenire tempestivamente, anche con la forza per ripristinare il diritto del proprietario?
    Se poi non serve un nuovo articolo del codice penale non saprei, mi accodo a Carlo Alberto Carnevale Maffé che dice che non serve, ma sulla necessità di sgombrare tempestivamente ben vengano 6 anni, che a mio parere sono stati messi come deterrente.
    Cordiali saluti
    Vincenzo Giuseppe Campo
    Palermo

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